I rom, roma,
tzigano, zingari, gitani, quasi il diavolo, nei secoli dei secoli. Con un
dramma quanto, se non più pesante, di quello dei giudei, con una tragedia
simile. Ma i rom transumano per il mondo, la loro non è diaspora, bensì
abitudine. La casa, la terra i possedimenti, tutto. Né dei né eletti, liberi.
Sottraggo a
Kusturica il titolo di quel suo memorabile film. Per la poetica e il suo
fascino, per l’allegria in mezzo ai dispiaceri, la burla della morte, la musica
come la perennità cercata e trovata. Non gl’importerà. Resteranno nel cinema
per sempre, insieme alla filmografia di Tony Gatlif in un diverso stile,
immortali. I loro carri portano a passeggio la storia, che a loro è aliena. Non
vi è alcuna cronologia, ma sì antenati, per quanto paradossale possa sembrare.
Essi continuano ad attraversare Giza, alla vista delle piramidi, senza nemmeno
pensare se il faraone è ancora lì, e ancor meno sapere che viene esibito
mummificato dietro vetrine impenetrabili. Cos’è la gloria per uno zingaro,
cos’è l'eternità?
Chiedo a mia
figlia Emily riguardo ai travellers, comunità che nelle isole britanniche si
occupano di vecchi conflitti tra le famiglie che vengono risolti a suon di
pugni, ben scommettendo che di qualcosa bisogna pur vivere. Glielo chiedo per
un documentario (Knuckle / Ian Palmer, 2011) - me lo ha consigliato Daniel
Abud- che li descrive. Nel film si abbozza appena l’origine degli individui che
si colpiscono brutalmente, indipendentemente dall'età o condizione fisica. Fino
al chiarimento di mia figlia, non mi rendo conto che si tratta di zingari irlandesi,
i quali furono costretti alla vita sedentaria, dando loro in dotazione case
prefabbricate e sostegni economici a carico del governo. Ma i travellers, i
viaggiatori, in ogni caso, prendono roulottes, averi e prole, e partono in
processione per presenziare al singolare combattimento in onore dei propri
uomini e per moneta.
Recentemente
la Francia ha adottato, nuovamente misure razziste contro i rom. Non è una
novità. Ciò che oggi riemerge si era accentuato durante il regime di Vichy.
Nulla di più pericoloso, per gli occupanti nazisti e i loro colleghi della
destra francese, di questa popolazione itinerante. Trasferirsi da un luogo
all'altro senza permesso distrugge le basi e preliminari dello stato
totalitario. Era necessario attaccare. Sterminare. E lo hanno fatto.
Una mappa
etnografica del Financial Times segnala che i rom sono una popolazione non
trascurabile, essendo Turchia, Ungheria, Romania, Spagna e Francia regioni
assai popolate. Anche la semplice menzione di confini e di nomi nazionali
contrasta con questa gente, che nonostante, ventuno nuovi secoli non si è
stancata di camminare. Abbondanza non esime di gloria il farlo, come se
vivessero in un mondo parallelo. Non in vano Werner Herzog, in Nosferatu,
fantasma della notte, tramite un personaggio che consiglia il viaggiatore che
porta documenti di proprietà a un certo Conte Dracula, al di là del passo
Borgo, dice che gli zingari molti "sono stati dall'altra parte ".
Continuano a starci; attraverso quel buco di tempo e spazio quando lo
desiderano. È per questo che non li si vuole, perché non ci appartengono.
Il campo di
sterminio di Belzec fu inaugurato con zingari. Li si vede indolenti, sdraiati
sull'erba, evidentemente famelici, in posa per la posterità dell’orrore. Ma
così come furono perseguitati, perseguitarono anche loro, e se non ricordo male
fu in Sklovskij dove ho appreso che durante il genocidio armeno si dedicavano a
cacciare i sopravvissuti. Cacciatori di teste del ventesimo secolo, in una
storia in cui gli azeri, curdi, turchi, armeni, assiri, persiani, ceceni e
russi, portano tutti colpe raccapriccianti.
Ricordo dalle
mie letture di bambino due soggetti ben impressi e incancellabili: un gruppo di
giudei in marcia verso la fossa comune, sapendo che era la volontà di Dio. Un
altro, zingaro, disgustato dal lavoro a Treblinka, che sputa scontroso quando
la guardia tedesca li spinge a lavorare. Preferiscono morire piuttosto che
continuare così. Fatti circostanziali che in ultima analisi, non ritraggono un
popolo o un altro, ma scene che sono rimaste in una mente, la mia, che forse
non era ancora preparata per digerirlo.
Gatlif, che ho
già menzionato, fece un altro film della sua lunga serie zingara, estesa alla
Romania, Spagna e ora la Francia. E’ il tempo di Vichy, e i colorati indumenti
dei rom contrasta con il grigio che minaccia sulla Gallia. Abiti rossi che
cantano alla vita, mentre le ruote dei veicoli avvicinano alla morte. A loro, i
fratelli del più grande chitarrista che la Francia ha dato al mondo: Django
Reinhardt, quello dalla mano mummificata.
Non molto
tempo fa, in Grecia, ci fu un caso di una bellissima bambina bionda i cui
genitori furono accusati di averla rapita. Le prove vanno e vengono, e la
certezza che si tratti di una rom della Bulgaria, fotografata con i suoi fratelli,
dai capelli ancor più biondi e rossi. Quando uscivano dalle elementari e
giravamo a sinistra nel viale Libertador Bolivar a Cochabamba, li trovavamo con
lunghe gonne e stivali da equitazione, biondi come dei soli: zingari cileni,
non vi avvicinate, dicevano le vecchie streghe. Rapiscono bambini
cristiani, se li mangiano ...
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14/04/2016
https://www.youtube.com/watch?v=YqlGwCgFbtk
ReplyDeleteExcelente. Gracias.
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